Cosa significa investire nel vino oggi?

Possono i vini fungere da bene rifugio? Ci sono delle opportunità importanti nell’acquisto dei cosiddetti vini da investimento? Esistono delle piattaforme dedicate? L’Italia, con le sue tradizioni vinicole profonde e la qualità ineguagliabile delle sue etichette, si è rivelata un’opzione formidabile per gli investitori globali. Recentemente, l’indice Liv-ex Italia 100 ha evidenziato un incremento del 9,2% nel settore vinicolo italiano. Questo dato solleva quindi una domanda inevitabile: qual è il vero potenziale degli investimenti nel vino italiano?

Chi investe nel vino? Profilo dell’investitore medio

Seppure l’Italia sia la culla della viticoltura, sorprendentemente, i maggiori investitori nel settore vinicolo non provengono dalla penisola. Londra, infatti, emerge come epicentro degli investimenti vinicoli. Organizzazioni come Oeno Group sottolineano l’importanza di Londra come hub globale, non solo per i tradizionali vini italiani, ma anche per quelli emergenti da regioni meno conosciute.

“Qui il mercato è curioso di scoprire anche le bottiglie dei territori italiani tradizionalmente meno legati al concetto di fine wines, come la zona dell’avellinese e dell’Etna, che per noi rappresentano delle vere e proprie scommesse per il futuro”, ha affermato il brand ambassador di Oeno per l’Italia, Gabriele Gorelli, a Repubblica.

Cosa rende un vino degno di essere tra i vini da investimento?

Investire nel vino non è una mera operazione di acquisto. Si tratta di selezionare vini che rappresentano meno dell’1% della produzione globale, vini che sono rari, ricercati e con una domanda che supera l’offerta. Questi vini sono apprezzati non solo per le loro qualità gustative, ma anche per il loro potenziale di rivalutazione nel tempo.

Inoltre, la vera essenza di un vino da investimento si trova nel suo punteggio. Esperti sommelier assegnano punteggi ai vini basandosi su caratteristiche specifiche. Vini che raggiungono punteggi tra 90 e 100 sono considerati ideali per gli investimenti, con quelli al top che possono vedere un aumento significativo del loro valore.

Cosa devono sapere gli investitori: alcune raccomandazioni

Ci sono alcuni aspetti chiave di cui gli investitori nel vino devono essere consapevoli:

  • Conoscenza: non tutti i vini, indipendentemente dal loro prezzo, sono adatti all’investimento. È essenziale comprendere la differenza e consultare esperti del settore.
  • Conservazione: la conservazione gioca un ruolo cruciale nel mantenere il valore del vino. L’ideale sarebbe conservare il vino in magazzini specializzati.
  • Acquisto diretto: per garantire autenticità e integrità, è consigliabile acquistare direttamente dai produttori o da distributori certificati.
  • Impatto del cambiamento climatico: eventi climatici avversi possono influire sulla produzione vinicola, rendendo ancora più preziose le bottiglie di certe annate.
  • Rischio: come ogni investimento, anche il vino ha i suoi rischi. È fondamentale avere una visione equilibrata tra valore e tempi di liquidazione.

Piemonte e Toscana: due regioni italiane di eccellenza per i vini da investimento

Il Piemonte è una delle regioni italiane più celebri quando si parla di vini di alta gamma. Le Langhe, in particolare, sono al centro dell’attenzione da molti appassionati e investitori, soprattutto dal 2014. Tra le gemme vinicole di questa zona spiccano Barolo di marchi come Giacomo Conterno, Giuseppe Rinaldi e Luciano Sandrone, per citarne alcuni. Tuttavia, l’attenzione dovrebbe concentrarsi solo sui marchi già stabiliti, ma anche su nuovi produttori emergenti che potrebbero rivoluzionare il mercato nel futuro.

A differenza del Piemonte, la Toscana vanta una maggiore varietà di aree vinicole. Bolgheri è famosa per i suoi vini come Sassicaia, mentre Montalcinobrilla con le sue etichette come Soldera. Tuttavia, aziende emergenti stanno guadagnando riconoscimento grazie alla qualità e rarità dei loro prodotti.

A ogni modo, nel 2022, Wine Searcher ha stilato una classifica dei vini italiani più costosi. La lista vede protagoniste proprio Toscana e Piemonte, dimostrando la potenza vinicola di queste due regioni. Di seguito la classifica 2022, con accanto il valore di una bottiglia:

  1. Barolo Riserva Monfortino di Giacomo Conterno: 1.165 €;
  2. Amarone della Valpolicella di Giuseppe Quintarelli: 1.117 €;
  3. Brunello di Montalcino Riserva Case Basse di Gianfranco Soldera: 861 €;
  4. Masseto: 833 €;
  5. Barbaresco Crichet Paje di Roagna: 830 €;
  6. Barolo Piè Franco di Cappellano: 789 €;
  7. Barolo Riserva Pira: 690 €;
  8. Refosco Colli Orientali del Friuli Calvari di Miani: 666 €;
  9. Barolo Monvigliero G.B. Burlotto: 591 €;
  10. Amarone della Valpolicella di Giuseppe Quintarelli: 586 €.

Quando si tratta di preferenze, gli investitori italiani tendono ad apprezzare i vini rossi, con una netta preferenza per quelli toscani, seguiti da quelli provenienti da Bordeaux e Piemonte.

Vini da investimento: le preferenze del mercato

Il mercato italiano mostra una chiara inclinazione verso i vini rossi, che rappresentano l’82% delle preferenze, mentre le bollicine seguono con il 17%. Ma qual è la regione vinicola italiana più promettente per gli investitori? La risposta sta nelle rinomate regioni di Piemonte e Toscana, da sempre celebri per la loro produzione vinicola di qualità.

Vini da investimento: le migliori piattaforme dedicate

Il mondo del vino ha attirato l’attenzione degli investitori, portando alla creazione di piattaforme specifiche dedicate a questo particolare comparto.

  • Liv-ex: questa piattaforma globale, nata nel 2000, fornisce dati dettagliati sull’andamento del mercato vinicolo.
  • Vindome: introdotto in Italia nel 2020, Vindome è un’app rivoluzionaria che fornisce un accesso diretto al mercato dei vini di pregio.
  • eWibe: questa piattaforma offre un’esperienza completa, dalla gestione degli acquisti alla formazione, sostenuta dalla tecnologia blockchain.
  • Oeno: questa società londinese che abbiamo già citato in precedenza si dedica al vino fine e offre servizi completi, dalla valutazione al controllo di qualità.
  • Wine Vault: questa innovativa soluzione italiana permette agli investitori di conservare i loro vini in condizioni ottimali.
  • Tannico: con oltre 12.000 referenze, Tannico è un punto di riferimento per gli appassionati e investitori.
  • Rare Wine Invest: questa piattaforma offre servizi di consulenza e gestione di portafogli vinicoli.
  • InCellar: offre consulenze specifiche e gestisce l’intero processo di investimento nel vino.
  • Liquinvex: una startup dedicata al collezionismo dei vini pregiati e all’investimento nei mini, priva di commissioni o soglie minime nel portafoglio.

Uno sguardo alle aste di vini

Le aste rappresentano una parte cruciale del mercato dei vini di pregio. Casate rinomate come Christie’s e Sotheby’s offrono opportunità d’investimento in vini rari (e stiamo parlando di collezioni di vini millionarie). Il mercato delle aste online, in particolare, sta crescendo rapidamente, offrendo ai clienti un accesso più semplice e immediato a vini di qualità a prezzi competitivi.

Vini da investimento: come va il mercato

Nel 2022, con il mercato finanziario in tumulto, gli investitori hanno cercato rifugio in asset alternativi, e il vino è emerso come un investimento attraente. Mentre gli indici finanziari chiudevano in calo, il vino mostrava una crescita in doppia cifra. Nel decennio precedente, l’investimento nel vino è cresciuto del 162%, evidenziando un trend in crescita.

Investire nel vino è relativamente semplice concettualmente parlando: si acquista, si conserva e si rivende con profitto. La sua accessibilità lo rende attraente. Ma ovviamente si devono avere le competenze e conoscenze necessarie: non si tratta di un’azione impulsiva. Bisogna conoscere l’etichetta, l’annata e la provenienza e tenere d’occhio le tendenze del mercato. Il già citato London International Vintners Exchange (Liv-ex) è il punto di riferimento per gli investitori del settore, rappresentando il 95% degli investimenti globali nel vino. Tuttavia, ci sono anche app come Vindome e Liquinvex che offrono piattaforme dinamiche per gli investimenti nel vino.

Nonostante l’Italia produca eccellenti vini, inizialmente gli occhi degli investitori erano puntati sulla Francia. Tuttavia, oggi, 16 vini italiani fanno parte del Liv-ex 100, principalmente dalla Toscana e dal Piemonte. Vini come il Barolo Bartolo Mascarello e il Sassicaia Tenuta San Guido sono tra i più richiesti. Infine, alcune annate, come il Barolo 2004 o l’Amarone 2001, sono particolarmente preziose.

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